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La casa, con gli arredi e le suppellettili originali, è quella dove Giosué Carducci ha abitato dal 1890 fino alla morte (1907) raccogliendo e organizzando un cospicuo patrimonio di memorie e di cultura. L'istituto cura e promuove la conservazione, la fruizione pubblica e lo studio dell'archivio letterario dello scrittore, nonché la valorizzazione della dimora storica, della casa museo e del giardino monumentale che la circonda. Inaugurata il 6 novembre 1921, è officina dell’Edizione Nazionale delle Opere del letterato e ospita, al primo piano, la Commissione per i testi di lingua, di cui Carducci è stato presidente dal 1888. L'istituto si è aperto dal 1996 alla vicenda della scrittura novecentesca e contemporanea accogliendo librerie e archivi di studiosi e di intellettuali attivi a Bologna e di significativo valore per la cultura letteraria italiana.

La nascita della casa museo poté avere luogo solo dopo l'esecuzione, ad opera dell'Ufficio tecnico comunale, di un elaborato piano di lavori nell'appartamento che prevedeva il rifacimento dell'intonaco dei soffitti, la tinteggiatura delle pareti, il completamento di alcune decorazioni, le riparazioni ai camini e delle canne fumarie. Tutti lavori realizzati rispettando "religiosamente" l'aspetto delle singole stanze. Agli anni 1916-1918 risalgono poi alcune modifiche come l’eliminazione del terrazzo nella camera da letto di Elvira Carducci e la chiusura del mezzanino sottostante dove, ai tempi di Carducci, si trovava la cucina.

In armonia con gli intendimenti della donatrice, Albano Sorbelli si propose il conseguimento di due obiettivi: 1) ricostruire fedelmente l'ambiente materiale nel quale Carducci aveva abitato per diciassette anni (1890-1907) ed era stato operoso fino al 1900, 2) raccogliere nell'appartamento una prestigiosa raccolta di memorie e oggetti carducciani. Alla realizzazione di entrambi i progetti parteciparono anche gli eredi del poeta, e, grazie invero all'intervento delle figlie Beatrice, Laura e Libertà, nel 1915, morta Elvira Carducci, le stanze riaccolsero il mobilio e le suppellettili che quest'ultima aveva portato con sé, quando l'edificio era stato evacuato dopo la morte del marito.

Al ripristino della casa abitata e vissuta dallo scrittore si affiancava da subito la raccolta di reperti di interesse carducciano (suppellettili ornamentali, documenti iconografici), tuttora in progress.


Lo spazio verde ai lati del villino, che fu dei Levi, nella prima metà dell'Ottocento era costituito da prati e orti; verosimilmente una siepe separava la dimora dal terreno antistante. Non è dato sapere, sulla scorta dei documenti di archivio, dell'esistenza di un giardino in questa area. Quando la dimora divenne casa Carducci, sul terrapieno inclinato a ridosso della mura (verso porta S. Stefano), in parte del luogo oggi occupato dal monumento, venne allestito un giardino che fu accudito, negli ultimi anni di vita del poeta, dalla famiglia Ninchi (Arnaldo, Lidia con i cinque figli, di cui il terzogenito, Annibale, e l'ultimogenito, Carlo, furono poi celebri attori) residente dal 1901 nell'appartamento di fronte a quello dei Carducci con i quali stabilì rapporti di cordiale consuetudine. Nell'arco della sua lunga e densa attività Giosue Carducci ha raccolto una grande biblioteca che documenta il meglio della produzione in ambito letterario e storico dal XVI al XIX secolo. Abbondano nel novero delle edizioni antiche (secoli XVI-XVIII) i testi rari e tutti gli autori (da Dante a Petrarca, da Boccaccio ad Ariosto, da Chiabrera a Parini, da Monti a Leopardi), per citare solo i “maggiori”, sono presenti in prime edizioni, in stampe filologicamente accertate e con il corredo dei migliori commenti. Su molti libri il letterato ha annotato la data dell'arrivo del nuovo esemplare e come sia giunto: per acquisto, per dono o per cambio. Carducci stesso ha censito i pezzi della sua libreria ordinandoli ora per autore, ora per argomento, ora per suddivisioni cronologiche. Non minore cura ha dedicato all'organizzazione del proprio archivio dove, insieme alla ricca opera in verso e in prosa, ha conservato tutte le testimonianze utili a documentare a sé e a tramandare ai posteri la sua multiforme attività. Questo nucleo originario, librario e manoscritto, conforme le finalità dell'istituto, si è arricchito e si arricchisce di materiali carducciani e di interesse carducciano. Bibliofilo appassionato, Carducci ha infine riunito nella sua dimora una preziosa collezione di codici e autografi legati a grandi nomi europei dell'Ottocento (fra gli altri, Foscolo, Leopardi, Monti, Hugo, Sainte-Beuve).



+info

Casa Museo Carducci

Piazza Giosué Carducci n.5

40125 – Bologna

Tel: +39 051 34 75 92

Fax: +39 051 42 92 820

Sito web: www.casacarducci.it

E-mail: casacarducci@comune.bologna.it

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